raggiungere un equilibrio ottimale

SOSTENIBILITÀ è amore e innovazione per la vita

Il nostro settore è uno dei primi che dovrebbe, in ogni contesto, prestare attenzione all’ambiente in cui costruisce, a cosa realizza e come lo fa, alla salute e alla sicurezza dell’essere umano e alla sinergia necessaria per incasellare abitazioni rispettando la natura, abbracciandola.

“La casa dovrebbe contenere il più alto livello di innovazione”

Sostenibilità nell'edilizia: un nuovo approccio

La sostenibilità nel settore delle costruzioni va perseguita analizzando e governando le ricadute degli interventi e delle trasformazioni sui piani economico, sociale ed ambientale, sia al momento della realizzazione degli interventi che durante la vita utile degli interventi stessi e durante la loro dismissione.

Troppo spesso, soprattutto in edilizia, il requisito della sostenibilità viene ridotto e confuso con soli requisiti ambientali o energetici. Infatti, a causa anche di un quadro normativo non ancora definito ed a causa di procedure e metodi di valutazione della sostenibilità non ancora affermati, spesso un intervento edilizio viene definito sostenibile solo se in qualche modo determina un risparmio energetico in una fase della vita utile dell’intervento stesso.

La sostenibilità per noi è necessaria

Per noi la sostenibilità invece deve risiedere nel raggiungimento di un equilibrio ottimale, mantenuto nel tempo, di requisiti economici, ambientali e sociali, spesso in conflitto tra loro.

SOSTENIBILITÀ = EQUILIBRIO
tra ambiente, economia e società

Malgrado costruire sia stata una delle prime attività tecnologiche compiute dall’uomo, la necessità di innovazione in questo campo è oggi altissima, proprio per soddisfare i requisiti di sostenibilità delle costruzioni. In particolare, la ricerca e l’innovazione per l’edilizia sostenibile si muovono in diverse direzioni:

  • materiali per le costruzioni
  • tecniche di realizzazione degli interventi edilizi
  • integrazione di tecnologie
  • controllo e gestione

Tecniche di realizzazione degli interventi edilizi

La ricerca deve poi muoversi anche nella direzione delle tecniche realizzative, puntando verso un’industrializzazione sempre maggiore della costruzione, cui corrisponde maggiore sicurezza sul lavoro per gli operatori e quindi maggiore sostenibilità sociale degli interventi. La ricerca in questa direzione deve puntare anche a garantire un maggiore controllo di qualità delle costruzioni, quindi minore aleatorietà delle performance finali degli interventi e maggiore sicurezza per gli utilizzatori.

Una maggiore industrializzazione delle tecniche di costruzione potrà garantire anche un’ottimizzazione delle fasi di dismissione delle strutture, con minori costi ambientali ed economici per le generazioni future.

Integrazione di tecnologie

La ricerca deve poi operare anche per integrare, nelle costruzioni e negli interventi edilizi, tecnologie evolute per il risparmio energetico (sistemi di isolamento termico, impianti per l’ottimizzazione dell’utilizzo delle acque, sistemi di illuminazione intelligente, ecc.) e per la produzione di energia da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici, eolici, geotermici, ecc.).

Le costruzioni devono cioè smettere di essere oggetti a basso contenuto di tecnologia, a carattere quasi artigianale, per diventare oggetti in cui integrare tecnologie e componenti altamente sofisticati.

Controllo e gestione

Una direzione fondamentale da percorrere è poi quella legata al controllo ed alla gestione delle costruzioni. Sistemi intelligenti di monitoraggio delle diverse funzioni e prestazioni offerte consentono di ottimizzare la manutenzione e di elevare il grado di sicurezza e benessere per gli utilizzatori. Rientrano in questo campo i sistemi di controllo automatico degli impianti e le tecnologie per la domotica.

Integrazione di tecnologie

La ricerca deve poi operare anche per integrare, nelle costruzioni e negli interventi edilizi, tecnologie evolute per il risparmio energetico (sistemi di isolamento termico, impianti per l’ottimizzazione dell’utilizzo delle acque, sistemi di illuminazione intelligente, ecc.) e per la produzione di energia da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici, eolici, geotermici, ecc.).

Le costruzioni devono cioè smettere di essere oggetti a basso contenuto di tecnologia, a carattere quasi artigianale, per diventare oggetti in cui integrare tecnologie e componenti altamente sofisticati.

Controllo e gestione

Una direzione fondamentale da percorrere è poi quella legata al controllo ed alla gestione delle costruzioni. Sistemi intelligenti di monitoraggio delle diverse funzioni e prestazioni offerte consentono di ottimizzare la manutenzione e di elevare il grado di sicurezza e benessere per gli utilizzatori. Rientrano in questo campo i sistemi di monitoraggio e controllo strutturale, i sistemi di controllo automatico degli impianti e le tecnologie per la domotica.

Sostenibilità degli edifici residenziali esistenti

L’ambito della sostenibilità ambientale è quello più considerato in edilizia, ma anche quello che viene più comunemente travisato. La sostenibilità ambientale, infatti, come già espresso, è spesso ridotta alla sola valutazione delle prestazioni energetiche.

In quest’ottica deformata, gli edifici della tradizione costruttiva preindustriale sono visti come fonte di enorme dispendio energetico e – di conseguenza – di inquinamento. In questo contesto, si giunge spesso all’abbandono o alla demolizione degli edifici storici e alla costruzione di nuovi edifici, oppure a interventi di ristrutturazione “preconfezionati” e acriticamente invasivi (es. applicazione di isolamento a cappotto, posizionamento di pannelli fotovoltaici o collettori solari in copertura).

La sostenibilità ambientale tuttora non può essere ridotta al solo aspetto energetico. Dovrebbe invece comprendere anche il risparmio di risorse materiali (tra le quali è necessariamente da considerare il suolo), la riduzione dei rifiuti e dell’inquinamento, la tutela della salute umana.

In questa più ampia prospettiva, la conservazione degli edifici esistenti ha un minore impatto ambientale in quanto: non consuma suolo per la realizzazione delle cave, degli impianti di estrazione e delle relative infrastrutture; non spende energia per estrarre, trasportare e lavorare nuove materie prime e per trasportare e mettere in opera materiali da costruzione o elementi tecnici prefabbricati; non consuma altro suolo attraverso la realizzazione di un nuovo edificio; non consuma energia né produce rifiuti per la demolizione di un edificio esistente al fine di “fare spazio” al nuovo in aree già urbanizzate.

Tutte le azioni sopra elencate comportano l’emissione di sostanze inquinanti e causano quindi danni diretti ad ambiente e salute umana. Il trasporto di grandi quantità di materiali dai punti di estrazione ai luoghi di lavorazione e a quelli di messa in opera ha inoltre un significativo impatto sulle vie di comunicazione e crea quindi un circolo vizioso di richiesta di nuove vie di trasporto (e quindi di consumo di suolo e di estrazione e lavorazione di nuovi materiali) o di necessità di adeguamento/rinnovo periodico delle esistenti.

La demolizione di una costruzione esistente e la realizzazione di un nuovo edificio in sua sostituzione – costruito con tecnologie e livelli prestazionali moderni – non è quindi, almeno con le tecnologie attuali, un’attività priva di ricadute negative sull’ambiente, e queste dovrebbero essere prese in considerazione nel loro complesso quando si valuta la sostenibilità delle nuove costruzioni.

Inoltre – anche considerando i soli consumi energetici – la valutazione della sostenibilità degli edifici dovrebbe prendere in considerazione una serie di parametri spesso trascurati, primo fra tutti la modalità d’uso continuo o discontinuo, anche tenendo conto di periodi di chiusura prolungati (e.g. seconde case, edifici pubblici usati stagionalmente, edifici pubblici in abito rurale, chiese); infatti la sopravvalutazione dei consumi che discende dal considerare un uso continuo e permanente dell’edificio nell’arco dell’anno fa spesso propendere per risoluzioni estremamente invasive o per la ricostruzione – causando quindi un sovradimensionamento degli interventi e uno spreco di risorse ambientali ed economiche – o in alternativa favorisce il non intervento a causa dell’eccessiva onerosità degli interventi richiesti per la rimessa in funzione o la manutenzione straordinaria, fatto che porta spesso in breve tempo all’abbandono e infine alla ruderizzazione dell’edificio.

È inoltre importante sottolineare che gli edifici tradizionali hanno spesso caratteristiche tecnologiche, costruttive, morfologiche e tipologiche strettamente connesse al clima del territorio in cui sono realizzati. La loro analisi dovrebbe quindi tenere in considerazione una serie di apporti favorevoli al contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento e il raffrescamento, che sono spesso però difficilmente quantificabili con gli abituali metodi di analisi.

La sostenibilità per noi è un valore

La riqualifica degli immobili e la loro valorizzazione fa parte della nostra attività, occupando un ruolo fondamentale nel nostro sistema costruttivo. Questo ci permette di prestare massima attenzione al contesto territoriale in cui le abitazioni su cui interveniamo sono incastonate.

Abbiamo scelto di fare attenzione ai particolari perché la casa è vita. Nella casa si vive. La casa è posizionata sul suolo, che è lo spazio su cui la terra ci ospita ogni giorno. Quell’ambiente che oggi ci chiede maggiore rispetto.

“Rispettare l’ambiente ci permette di rispettare noi stessi”

La sostenibilità è una responsabilità di tutti, per garantire alle generazioni future un mondo vivibile.

Chi costruisce ha una responsabilità in più, secondo noi, quella di inserire nelle attività sistemi di valutazione della sostenibilità, al fine di proporre
soltanto soluzioni che realmente rispettino l’ambiente e chi lo vive.

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